Luka Bagnoli, Wallpaper FREE, 2020
Testo di Carlotta Anello
L’immaginario di Luka Bagnoli ci porta in un mondo virtuale fondato su corrispondenze e contrapposizioni, risonanze e contraddizioni. Wallpaper FREE conduce lo spettatore in un labirinto di scatole cinesi privo di una via d’uscita, all’interno di un loop atemporale, un non luogo che richiama alla mente molteplici echi.
Il lavoro si articola su diversi livelli e che ad ogni visione lascia trapelare un nuovo aspetto di sé. La video-installazione si contamina con la grafica 3D, permettendo così all’artista di plasmare da zero l’ambiente, muovendosi lungo la sottile linea che separa finzione e realtà. All’interno del video ci si muove nella scenografia creata, si oscilla continuamente tra reale e virtuale, tra illusione e verità attraverso tre stanze apparentemente identiche ma di cui viene alterata la percezione attraverso le immagini proiettate dagli schermi a parete. Muovendosi in questo caleidoscopio si ricevono brevi visioni dell’esterno attraverso le finestre, innescando la prima dinamica interno/esterno e la prima contrapposizione tra l’immagine degli schermi e paesaggio esterno, dinamica immediatamente smentita dalla presenza in basso a destra del piccolo riquadro da cui emerge l’immagine dell’artista intento a svolgere la nostra stessa azione. Quel mondo di finzione che simula la realtà si incrina alla presenza di questo piccolo frammento umano, ma anch’esso rivela la sua natura virtuale, tutto si riduce a essere schermo, finestra su una piccola porzione di qualcosa che assomiglia alla realtà ma non lo è. Quest’ultima viene quindi messa in dubbio e i confini che la separano dalla finzione spariscono, generando un paradosso in cui i ruoli dell’una e dell’altra sembrano essere intercambiabili.
La libertà offerta dalla scritta negli schermi resta per tutto il tempo aspirazione da rincorrere, alternando momenti di vicinanza e di lontananza. Mentre lo spettatore resta intrappolato in questo ambiente dominato dallo schermo e dal virtuale, fatto di atmosfere illusorie. Ogni delimitazione è esclusione, ogni scelta è selezione e così anche lo schermo, nonostante il suo essere varco nel mondo virtuale, rimane porzione di un tutto, inquadratura dettagliata di un particolare che però cela quanto resta al di là dell’inquadratura stessa.
In questo lavoro tutto virtuale spicca un elemento, ed è proprio quella presenza che accompagna lo spettatore per tutto il tempo. Nel video si inserisce una componente quasi performativa che però azzera l’individualità dell’artista, il quale fa un passo indietro lasciando allo spettatore il ruolo di protagonista. L’io dell’artista viene messo da parte focalizzando l’attenzione esclusivamente sull’azione che svolge, rilevante in quanto ricalca quella svolta dallo spettatore, si immedesima in lui. La condivisione di uno stesso spazio diventa forza in virtù del fatto che l’immagine rispecchia l’atteggiamento del fruitore, annullando le differenze tra gli attori in scena. Nonostante questo, permane la condizione di isolamento di chi guarda, accompagnato dalla presenza nello schermo, ma in verità solo nella sua contemplazione, unico visitatore di uno spazio in cui si sente osservato, ma che, allo stesso tempo, lo pone nella posizione di osservare e quasi spiare quel piccolo frammento umano nel suo schermo.
In pochi minuti Wallpaper FREE offre una riflessione sull’idea di realtà, idea che si fa sempre più inconsistente man mano che si procede nella visione. È lo stesso filtro del virtuale che mette in dubbio la consistenza della realtà svelandone gli aspetti illusori e paradossali.
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